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Pedote e quel sogno chiamato The Ocean Race: “Perché no?”

Pedote e quel sogno chiamato The Ocean Race: “Perché no?”Giancarlo Pedote è sempre alla ricerca di nuove sfide e guarda verso un sogno che ha un nome ben preciso: The Ocean Race.

Non è un segreto, infatti, che al velista fiorentino piacerebbe molto competere nello storico giro del mondo a vela che proprio in questi giorni è diretto in Brasile nella terza tappa.

Giancarlo Pedote sui team di The Ocean Race

“Sì, certo che mi piacerebbe farlo, perché no?” ha detto Pedote nel corso di un’intervista condotta mentre era di ritorno dalla Francia verso l’Italia. “La mia priorità è fare una buona Vendée Globe il prossimo anno”, (ricordiamo l’ottavo posto nell’ultimo giro del mondo in solitaria), “ma, in ogni caso, The Ocean Race è qualcosa di nuovo per me e se troviamo il budget – e un altro partner che vuole partecipare – allora perché no? Per me sarebbe una nuova esperienza e sono aperto a questo. Se riusciamo ad avere un buon gruppo, siamo pronti a prendere il via”, ha continuato Pedote.



Parlando poi delle prestazioni dei team nelle regate di The Ocean Race di quest’anno, il velista di Prysmian Group ha detto di esser rimasto impressionato dall’ex vincitore della Transat Jacques Vabre, Kevin Escoffier, e dalla performance dell’intero Team Holcim-PRB. “Stanno navigando molto bene”, ha detto. “La loro barca si sta dimostrando veloce e hanno avuto una buona preparazione perché, anche quando hanno avuto piccoli problemi, li hanno risolti bene. Quindi penso che sia una buona opportunità per Kevin e il suo equipaggio per mantenersi forti e prendersi cura di la barca e prendersi cura della situazione durante la regata”.

Sebbene sia rimasto sorpreso dal lavoro svolto da Team Holcim, per Pedote la gara è più aperta che mai, con gli equipaggi più arretrati pronti a rientrare in corsa per il primo posto. “Sappiamo che l’11th Hour Racing Team ha fatto una preparazione molto attenta”, ha detto il velista. “Si sono allenati a lungo con una barca preparata appositamente per The Ocean Race ed era uno degli equipaggi considerato una buona prospettiva”.

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Fonte: nonsolonautica.it